Le stragi dei suprematisti bianchi, l’uso della Rete e le parole di odio dei leader politici (valigiablu.it)

di Claudia Torrisi

Tra sabato e domenica, nell’arco di 24 ore, negli Stati Uniti sono morte più di 30 persone uccise in sparatorie di massa. I due episodi sono indipendenti tra di loro, e presentano degli elementi diversi.

Quello che li accomuna è il profilo della persona che ha sparato: un giovane maschio bianco. La prima sparatoria è avvenuta la mattina del 3 agosto a El Paso, in Texas, al confine con il Messico. Poco prima delle 11, il ventunenne texano Patrick Crusius, di Dallas, a circa 600 miglia da El Paso, ha aperto il fuoco con il fucile all’interno di un supermercato Walmart – posto molto frequentato anche da famiglie di cittadini messicani – causando almeno 22 vittime e 27 feriti. La polizia è intervenuta sul luogo, arrestando l’attentatore. Secondo gli agenti, il ventunenne non ha mostrato alcun segno di pentimento.

Prima di iniziare a sparare, Crusius aveva postato online sul sito 8chan un manifesto suprematista bianco di quattro pagine, in cui diceva che l’attacco era una risposta alla “invasione ispanica” del Texas, e di difendere il paese “da una sostituzione etnica e culturale causata da un’invasione” … leggi tutto

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