Lepore sfratta i gestori di Villa Paradiso (corriere.it)

di Da. Cor.

Dopo i casi dei film pro-Putin (censurati). 
L’associazione: è una ritorsione politica

Villa Paradiso sotto «sfratto».

Il Comune ha infatti deciso di stralciare la sede del centro sociale del quartiere Savena più volte finito nella bufera per eventi filo-russi dall’elenco delle sedi di quartiere assegnate alle associazioni.

Scaduta la convenzione alla fine del 2024, quindi, Villa Paradiso verrà destinata a «interventi innovativi sul welfare di prossimità» da parte del dipartimento Welfare e promozione del benessere di comunità di Palazzo d’Accursio. «In soldoni, ci hanno tolto la convenzione», lamentano i gestori di Villa Paradiso che ieri hanno divulgato, mettendolo come foto copertina di Facebook, il provvedimento dell’amministrazione in cui viene messo nero su bianco che Villa Paradiso viene espunta dal «progetto Case di Quartiere» e che «il relativo immobile viene destinato al dipartimento Welfare e Benessere di comunità».

Il Comune, nel recente passato, aveva diffidato più volte i gestori del centro per iniziative politiche considerate filo-Putin. La prima volta era successo a gennaio di un anno fa, quando era stata annullata la proiezione del film filo Cremlino «Il Testimone»; l’ultima nemmeno due mesi fa, a fine novembre, quando era stata programmata l’iniziativa «Russia Corea Popolare. Una lunga storia di amicizia».

In quest’ultima occasione Palazzo d’Accursio era stato perentorio con i gestori di Villa Paradiso: trattandosi di uno spazio destinato a questioni sociali e culturali, aveva dichiarato l’amministrazione, «è inaccettabile che sia usato per ospitare attività di propaganda». Aveva quindi promesso di «prendere ulteriori provvedimenti», qualora non fosse stata rispettata la diffida.

«Non abbiamo dubbi, questa è una ritorsione politica della giunta nei confronti di un’associazione non allineata alla volontà del Pd, ma anche un chiaro segnale dato a tutte le altre case di quartiere e associazioni: o con noi, o contro di noi», ha protestato ieri Potere al Popolo.

«Prendiamo atto — prosegue il partito della sinistra radicale — che dopo le minacce la giunta è passata ai fatti, senza nemmeno avere il coraggio di non rinnovare la convenzione all’associazione, ma arrivando addirittura a cambiare completamente l’impiego dell’immobile».

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