Per timore dei No Vax l’ospedale costretto a dribblare le regole anti-Covid (repubblica.it)

Il caso di un anziano al Mauriziano, concessa la 
vestizione del padre alle due figlie che avevano 
aggredito la caposala del reparto

Le figlie negazioniste si sono bardate come i medici in pandemia per vestire il padre morto per il Covid.

Secondo la legge, a oggi, non si potrebbe fare, visto il rischio contagio. Eppure è accaduto, ieri, all’ospedale Mauriziano di Torino.

«Un caso unico, in via del tutto eccezionale, sconsigliato e non replicabile», precisa la direttrice sanitaria del Mauriziano, Maria Carmen Azzolina.

Ma allora perché si è deciso di superare la normativa sulle patologie infettive, che non permette ai parenti di vedere la salma, venendo a patti con la famiglia? In ospedale raccontano che dopo la morte dell’uomo i parenti avrebbero aggredito la caposala, per non aver consentito loro di vedere la salma. Aggiungono di avere chiamato i carabinieri. Fatto sta che, alla fine, le figlie sono riuscite a vedere e vestire il padre.

«La loro prima richiesta era il trasporto a cassa aperta e quello non è stato consentito, non si può assolutamente fare – prosegue Azzolina –, ma per venire loro incontro abbiamo autorizzato la vestizione. L’autorizzazione è stata data solo alle figlie. Dicendo che, però, non potevano toccare la salma più di tanto. Anche perché era chiusa già da tre giorni. È venuta la ditta di onoranze funebri di fiducia della famiglia, hanno tirato fuori la salma e poi loro hanno vestito il padre».

Passo indietro. È il 7 gennaio quando l’uomo, 75 anni, siciliano, muore di Covid. Le figlie che vivono a Torino avevano deciso di ricoverarlo al Mauriziano e l’anziano era arrivato da Termini Imerese, nel Palermitano, dove viveva da solo.

Tre giorni fa alle figlie viene comunicato che il genitore è morto a causa del Covid. Loro volevano vederlo ma l’accesso viene inizialmente negato. La salma viene chiusa in un sacco trasparente.

«Mio padre non è morto di Covid, non è vero, dicono falsità», continuava a dire ieri una delle figlie in ospedale, negando l’esistenza del Covid. Subito dopo la polemica. Vari esponenti No Vax hanno gridato allo scandalo e parlato persino di «sottrazione indebita di cadavere».

Alcuni video sono finiti in rete e su TikTok. Il Comitato Fortitudo ha inviato una lettera alla direzione sanitaria, tramite un legale, scrivendo che «le regole utilizzate per il Covid non potevano essere valide ancora adesso», ha proseguito la figlia dell’uomo.

«La lettera dell’avvocato è arrivata, noi abbiamo risposto che le disposizioni erano quelle e non si potevano cambiare – prosegue Azzolina –, ma che saremmo andati incontro alla famiglia unicamente sulla vestizione, in via eccezionale. Abbiamo fatto firmare una liberatoria in cui le figlie si sono assunte la responsabilità di un eventuale contagio e abbiamo fornito loro tutti i dispositivi di sicurezza per entrare in camera mortuaria».

Ha influito il polverone social sollevato da parenti e No Vax? «I parenti hanno aggredito la caposala con insulti poco piacevoli – replica Azzolina – non volevano andare via da qui, dovevamo chiudere le camere mortuarie. Abbiamo trovato un punto di incontro». Intanto, dopo la polemica sulla vestizione, la salma domani verrà cremata.

Per timore dei No Vax l’ospedale costretto a dribblare le regole anti-Covid

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