La fake news secondo cui il sangue delle persone vaccinate 'non sarebbe sicuro' gira anche in Trentino.
Ma non c’è nessun tipo di fondamento scientifico al momento attuale in merito alla pretesa di certe persone o associazioni di avere a disposizione del sangue da donatori non vaccinati contro il Sar Cov-2
“Trasfusione di sangue? No a quello che arriva da persone vaccinate contro il Sars-CoV-2”. In Trentino ci sono persone “no vax” che, nel caso di una trasfusione, chiedono esclusivamente sangue proveniente da donatori non vaccinati. A confermarlo è la dottoressa Paola Boccagni, direttrice del Servizio di Immunoematologia e Trasfusione Multizonale (Sitm) dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento.
Si tratta di un tema delicato che necessita di chiarezza. In passato, la questione ha sollevato polemiche anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia e in altre regioni, dando vita a numerosi contenziosi legali negli ospedali, con una raffica di diffide, nonostante non esistano evidenze scientifiche a supporto della richiesta di chi rifiuta il sangue di persone vaccinate.
“Questo pensiero circola da tempo,” spiega la dottoressa Boccagni. “Il Centro nazionale sangue ha già preso posizione, l’ultima volta a dicembre. Non c’è alcun fondamento scientifico attualmente riguardo la richiesta di queste persone o associazioni di ricevere sangue da donatori non vaccinati. L’analisi della letteratura accreditata e i rapporti di emovigilanza non evidenziano segnalazioni tali da mettere in dubbio la sicurezza degli emocomponenti raccolti da persone vaccinate contro il Sars-CoV-2”. Inoltre, tale richiesta non trova alcun riscontro nelle normative di legge.
Come riportato dal sito bufale.net, specializzato nel contrasto alle fake news, la normativa stabilisce chiaramente quali sono i prodotti sanguigni (emocomponenti) che possono essere prodotti e utilizzati. La legge non consente né in pratica né in teoria che i pazienti richiedano ulteriori requisiti per le unità di sangue, al di là di quelli previsti dalla normativa trasfusionale.
Non è quindi possibile fare una donazione “dedicata”. “Non è previsto dalla legge,” afferma la dottoressa Boccagni. “Ciò che viene richiesto è di fatto una donazione dedicata, in quanto i pazienti vorrebbero che solo
certi donatori possano donare per determinati pazienti. Questo non è possibile, la legge non lo consente. È in contrasto con la normativa che prevede invece la donazione anonima, periodica, responsabile, volontaria e gratuita del sangue e dei suoi componenti. In questo caso, la parola chiave è ‘donazione anonima’”.
Il Centro nazionale sangue e associazioni come l’Avis hanno attivamente smentito le fake news circolate in rete, per chiarire la situazione.
“In Trentino ci sono stati dei casi, pochi, ma non sono mancati,” aggiunge la dottoressa Boccagni. “Dal nostro lato, abbiamo fornito al paziente tutte le informazioni corrette e, una volta informato adeguatamente, il paziente è libero di accettare o meno la trasfusione.”
Infine, conclude la dottoressa Boccagni, “non si può dimenticare l’ulteriore pressione che una donazione ‘dedicata’ potrebbe esercitare sul sistema, poiché rendere disponibili sacche di sangue specifiche per determinate persone potrebbe diventare problematico, considerando che la maggior parte dei donatori sono vaccinati.”