Una catena umana dall'ateneo fino al parlamento di Budapest.
È la protesta che domenica ha portato in strada quindicimila fra studenti e accademici dell’Università di Cinema e Teatro(Szfe) oltre a molti altri ungheresi in solidarietà con la prestigiosa istituzione.
I partecipanti si sono passati di mano la Carta dell’Università, un documento con 155 anni di storia, ora messa a rischio – spiegano i dimostranti – da una riforma voluta dal governo di Viktor Orbán. Con l’intento dichiarato di modernizzare l’ateneo, il Parlamento ne ha affidato il controllo a una fondazione di nomina governativa. E alla guida ha messo Attila Vidnyánszky, regista dichiaratamente vicino al partito di Orbán, che ha avuto parole al vetriolo nei confronti dei manifestanti.
Da Budapest a Venezia, la protesta del cinema
Tra i registi e i docenti scesi in strada ieri c’è János Szász, stupito dalla mobilitazione di massa. Gli organizzatori aspettavano cinquemila persone; se ne sono presentate tre volte tante. “Guardatevi intorno – dice incredulo tra la folla – siamo la spina nel fianco del governo. Ma questa non è solo una questione politica, in gioco c’è molto di più, la nostra indipendenza e la capacità di decidere per noi stessi”.
La fondazione messa a capo dell’Università, infatti, non avrà voce in capitolo solo sulla gestione ma anche sugli insegnamenti di un’istituzione che ha formato generazioni di registi, attori e professionisti del cinema … leggi tutto