Nella foga di definire l'episodio di Pontassieve come un rito di magia nera africana sono state dette stupidaggini ignorando cosa sia il cristianesimo africano.
Altro che il ‘dio bianco’ da disprezzare
Va detto, o ammesso: non possiamo sottrarci all’obbligo di leggere. Ma quello che si legge in questi tempi su Dio e la religione rasenta l’incredibile e mantenersi distaccati nella prosa si fa sempre più difficile. Si fa sempre più difficile perché se non possiamo sottrarci all’obbligo di leggere non possiamo neanche sottrarci a quello di sobbalzare.
Davvero siamo ancora al livello per cui si può parlare al riguardo dell’aggressione a Salvini da parte di un africano che vive qui in Italia che dietro l’assalto al crocifisso che portava si vedeva un rito magico, magia nera? “Ti attacco con il mio Dio che è superiore”. Di più: “ attacco il Dio dei bianchi”.
Viene da chiedersi dove siamo… Senghor, la negritudine, l’ inculturazione cristiana in Africa, la creazione di una maggioranza relativa di neri africani cristiani non hanno insegnato proprio nulla?
Lasciamo perdere i discorsi sul singolo Paese, sul Paese d’origine del malcapitato. Ma cosa sappiamo dei cristiani d’Africa? Proprio nulla? Verrebbe da temere che la proiezione di un Dio bianco, un Dio nemico del Dio nero, possa corrispondere all’immaginario di chi scrive certe cose.
Il cristianesimo africano è nero, è inculturato in quel continente, in quelle società, in quelle culture. Bisogna farci pace con la storia e mettere da parte certe anticaglie che sanno proprio di colonialismo.
Il Dio cristiano è per tutti, con tutti, il cristianesimo quindi è di tutti e con tutti, in tutti i popoli e tutte le culture. Questo dovrebbe essere abbastanza noto, ma non lo è purtroppo. Ho un timore: siamo pronti a tornare ai tempi dell’orda. Così ci differenzia da allora? Non solo il fatto che i franchi non si cospargono più con il burro i capelli, ma che abbiamo scoperto che Dio è uno, non ci sono orde, né tribù con il loro Dio personale, tribale, nazionale … leggi tutto