Studenti e lavoratori che si sono trasferiti in cerca di fortuna possono votare solo tornando nel comune di residenza.
Ma non tutti possono permetterselo. E in una fase di emergenza sanitaria si espongono migliaia di persone al rischio contagio
Andata e ritorno. La vita dei giovani che vanno via da casa, per l’università o per cercare lavoro, è scandita dalle prenotazioni dei viaggi che consentono di tornare dai propri cari. Almeno a Natale, forse a Pasqua, e durante l’estate. È una continua tensione verso l’offerta last minute o la ricerca di un Blablacar che faccia tappa nel piccolo paese della provincia del Sud.
Si mettono i soldi da parte, ma non sempre i risparmi sono sufficienti: non tutti hanno i soldi per rientrare dove si ha la residenza, unica opzione, per i fuorisede, per esercitare il proprio diritto di voto. Diritto, ancora oggi, negato a chi non può permettersi il viaggio.
I trasporti, in Italia, non sono certo economici: tralasciando la particolare situazione delle isole, per la tratta Milano-Bari in treno, solo andata, non esistono biglietti più convenienti di 40 euro – ed è il costo di un intercity notte, la soluzione più economica, prenotata con largo anticipo. Stessa questione per aerei e autobus.
Nonostante le compagnie, d’accordo con il governo, introducano degli sconti ad hoc per gli elettori, sono in tanti, chi per poca flessibilità di orari, chi per ristrettezze finanziarie, a dover rinunciare al ritorno … leggi tutto