di Beppe Severgnini
Italians
Forse l’avete saputo: l’amministrazione Trump sta cercando di eliminare alcuni vocaboli dai documenti pubblici e dalle comunicazioni, considerandoli espressione della cultura «woke».
Il New York Times ne ha compilato un lungo elenco. Eccone alcuni, tra quelle che non hanno bisogno di traduzione: at risk, barrier, climate crisis, cultural differences, disability, discrimination, equal opportunity, feminism, gay, hate speech, identity, immigrants, LGBTQ, mental health, minorities, oppression, prejudice, privilege, racism, social justice, traumatic, victim, women.
Possiamo ridere, ma sbaglieremmo. Possiamo sospettare che Trump & C. non abbiano letto George Orwell, ma non servirebbe. Meglio chiedersi dove porterà tutto questo. Al fallimento del trumpismo, probabilmente.
L’America non è talebana; se lo diventasse, smetterebbe di essere l’America. Gli eccessi della cultura «woke» ci sono stati: grandi università e grandi media ne sono corresponsabili. Ma non giustificano l’assurdità – e il pericoloso estremismo – della reazione: per curare un’unghia incarnita, non si taglia la gamba.
Donald Trump è tornato al potere dopo aver convinto la maggioranza degli americani d’essere vittime (degli alleati, dei commerci, delle università, della scienza, delle agenzie federali, etc).
Ma i tre pilastri che sorreggono il suo progetto —l’ideologia Maga (Make America Great Again), il radicalismo religioso, i tecno-oligarchi — hanno bisogno di consenso. Di elettori, quindi. Di persone. E quelle persone hanno figli, nipoti, amici, parenti, conoscenti. Quando la crudeltà del neo-pensiero li toccherà, come reagiranno?
Non è in arrivo soltanto l’inflazione, figlia di dazi sconsiderati. Prima o poi scatterà anche la reazione di tanti americani che si sentiranno abbandonati e offesi. Se qualcuno in famiglia soffre di un disturbo mentale, dovranno vergognarsi di usare l’espressione «mental health»?
Se la figlia ama un’altra ragazza, i genitori dovranno negarlo, temendo conseguenze? Se una donna fosse vittima di violenza, e le chiedessero di evitare i vocaboli traumatic/victim/women, come reagirà? Malissimo.
Così cadrà il trumpismo, vedrete. Per mano dei suoi elettori.