Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Gli indovini della resa che ci vendono la sconfitta dell’Ucraina (ildubbio.news)

di Daniele Zaccaria

Buffoni

Nelle ultime settimane molti seguaci del professor Orsini pretendono che il mondo dell’informazione italiana gli chieda scusa perché lui aveva previsto tutto.

Ma se oggi Kiev è messa all’angolo, non è per lo strapotere militare di Mosca…

Noi giornalisti quando intervistiamo esperti, professori e politologi chiudiamo spesso con una domanda stupidissima ma inevitabile: «Come andrà a finire?».

È una pulsione irrazionale ma legittima perché interpreta il bisogno di certezze che abbiamo di fronte a una grave crisi o a un conflitto minaccioso, la stessa che ci porta a consultare gli oroscopi anche se non crediamo nelle pseudo scienze.

Le osservazioni e le analisi non ci bastano, vorremmo degli indovini o dei profeti che ci rassicurino che ci orientino negli imperscrutabili labirinti dell’avvenire. Ma questo non è possibile: nessuno è mai stato in grado di prevedere il futuro in nessuna epoca storica. Altrimenti avremmo prevenuto ed evitato tante tragedie.

Qualcuno ha previsto gli attentati dell’11 settembre o che Adolf Hitler non si sarebbe fermato alla questione dei sudeti? Certo, c’è chi ha lanciato degli allarmi o chi, come Winston Churchill, mise in guardia il mondo sulle reali intenzioni della Germania nazista, ma fare la Storia con il senno di poi è un esercizio facile e non particolarmente onesto.

Ora, nelle ultime settimane molti seguaci del professor Alessandro Orsini pretendono che il mondo dell’informazione italiana gli chieda scusa perché lui «aveva previsto fin dall’inizio la sconfitta dell’Ucraina e la vittoria di Vladimir Putin». Insomma, ce l’aveva detto e noi non lo abbiamo ascoltato.

Trattato come un paria, il nostro esperto di questioni internazionali meriterebbe una riabilitazione e la deferenza che un tempo era riservata ai visionari e ai chiaroveggenti. Ma davvero il buon Orsini aveva indovinato tutto?

Cinque giorni dopo l’invasione Russa nel febbraio 2022, il professore definì l’Ucraina una causa persa, invitando l’Occidente ad abbandonarla permettendo la totale smilitarizzazione del Paese. Era convinto che i blindati di Mosca avrebbero marciato trionfalmente su Kiev e che Zelensky sarebbe scappato in una villa di Miami o eliminato dai russi.

Non è andata così, gli ucraini hanno resistito, soprattutto grazie agli aiuti occidentali. Tant’è che già nel 2023 assunse posizioni più sfumate, spiegando che «è difficile capire cosa accade al fronte». L’anno successivo, con l’offensiva ucraina nel Kursk Orsini sparisce dalle tv per poi riapparire quando cambia il vento e cioè quando l’armata russa lancia la sua controffensiva.

Se oggi l’Ucraina è messa all’angolo non è a causa dello strapotere militare di Mosca o delle diserzioni interne, ma perché l’elezione di Donald Trump ha radicalmente cambiato il contesto, con gli Stati Uniti che, da primo finanziatore di Kiev, sono diventati il primo alleato del Cremlino.

Orsini aveva previsto anche questo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *