Davanti ai femminicidi di Ilaria Sula a Roma e Sara Campanella a Messina, fino a ieri dal governo non erano discesi commenti particolari.
Poi, durante un convegno a Salerno, ci […]
Davanti ai femminicidi di Ilaria Sula a Roma e Sara Campanella a Messina, fino a ieri dal governo non erano discesi commenti particolari. Poi, durante un convegno a Salerno, ci ha pensato il ministro della Giustizia Carlo Nordio a rimediare.
Con un intervento a metà tra Cesare Lombroso e la giuria del Buio oltre la siepe: «Purtroppo il legislatore e la magistratura possono arrivare entro certi limiti a reprimere questi fatti che si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica ma anche di rispetto verso le persone, soprattutto per quanto riguarda giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne».
La questione etnica evocata da Nordio, verosimilmente, riguarda il caso Sula, dal momento che l’uomo che ha confessato il delitto, il 23enne Mark Sampson, è di origine filippina. È così che la morte di una 22enne per mano del suo ex si tinge di razzismo, nell’ennesimo caso di qualunquismo social che esce dagli smartphone e si proietta sull’esecutivo.
«Abbiamo fatto il possibile sia come attività preventiva per incentivare il codice rosso e accelerare i termini sia nell’aspetto repressivo – ha detto ancora il ministro – abbiamo addirittura introdotto il reato di femminicidio che ci è costata anche qualche critica. È questione di educazione, serve un’attività a 360 gradi, educativa soprattutto nell’ambito delle famiglie dove si forma il software del bambino».
Da notare, in questa parte del discorso, che la parte sull’educazione stride fortemente con quella precedente, dove si rivendica l’istituzione del femminicidio come reato autonomo, perché risolvere le questioni a colpi di codice penale è l’esatto opposto di fare un’operazione culturale utile a costruire «il software del bambino» (ma magari anche di chi un po’ è cresciuto).
AD OGNI MODO, tra gli imbarazzi del dibattito istituzionale e le migliaia di persone che organizzano manifestazioni e partecipano ad assemblee, le indagini sul femminicidio di Ilaria Sula vanno avanti. Ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo della giovane, utile soprattutto a determinare l’ora della sua morte. Da una prima ricognizione dei patologi, risulta che almeno tre delle coltellate dell’assassino siano state sferrate al collo.
Non è stata ancora trovata l’arma del delitto, che nell’interrogatorio fiume cominciato martedì notte e finito mercoledì pomeriggio, Samson ha detto di aver buttato all’interno di un tombino. In compenso dalla perquisizione effettuata dalla squadra mobile di Roma in via Homs 8, casa dei Samson e probabilmente anche luogo del delitto, sono state repertate diverse macchie di sangue localizzate nella stanza da letto di Mark.
Il materiale è a disposizione dei biologi della polizia che effettueranno tutte le analisi del caso. Resta ancora sospesa la posizione dei genitori del reo confesso: non sono stati iscritti del registro degli indagati e tutto dipende dalla ricostruzione di quanto accaduto tra le 22 di martedì 25 marzo – quando Ilaria Suma sarebbe arrivata nell’appartamento – e le 18 del giorno successivo, quando una telecamera ha identificato nel territorio comunale di Poli, sulla strada provinciale 45B, l’automobile utilizzata da Mark Samson per trasportare il corpo della vittima all’interno di una valigia, per poi buttarlo in un burrone a circa mezzo chilometro di distanza dalla carreggiata.
Gli inquirenti, guidati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, sono impegnati a capire se i genitori del 23enne si fossero accorti del delitto avvenuto sotto il loro stesso tetto e, soprattutto, se abbiano in qualche modo collaborato all’occultamento del cadavere. Impossibile, visto il vincolo di parentela, la contestazione del favoreggiamento, ma questo non esclude la possibilità che si arrivi a ipotizzare il concorso in altri reati.
OGGI, nel carcere di Regina Coeli, si terrà l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Mark Samson. A lui sono stati contestati i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere aggravati dal vincolo affettivo.