L’Europa e il covid, le restrizioni contestate (euronews.com)

In alcune zone di Madrid con l'autunno suona 
la campana del tutti in casa. 

Non è il freddo. Ma l’impennata del numero di positivi. C’è chi dice “no” e protesta. Ma le autorità locali lo decretano, se non proprio tra le mura domestiche,ognuno resti nel suo quartiere, e per fare quattro passi altrove ci vuole una buona ragione.

Ma a molti la cosa non garba. Sembra una misura classista.

Infatti, le regole di confinamento toccano essenzialmente zone a basso reddito e ad alta densità migratoria. Riguarda in tutto 850 mila persone

Un madrileno che vive nei quartieri non toccati dalle limitazioni lamenta: “è del tutto ingiusto. Sono misure segregazioniste. Siamo tutti uniti e dobbiamo uscire da questa situazione uniti”.

Un altro invece fatica a capire la logica della severità: “che senso ha confinare la gente per poi mandarla al lavoro in una metropolitana affollata?”

Nel Regno Unito invece, le cose vanno male e il numero di positivi è arrivato al punto più alto in quattro mesi per due giorni di fila. Il governo conservatore in difficoltà, anche per la Brexit stagnante, affronta la tempesta, prova a rimediare con restrizioni mirate e pesanti ammende per i trasgressori.

Il ministro britannico della sanità, Matt Hancock, si giustifica: “se non fossi preoccupato per il rischio che i cittadini violino la regole di auto-isolamento, non imporremmo ammende fino a 10 mila sterline a chi si dovrebbe autoisolare” … leggi tutto

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