di Angelo Romano
Gli effetti devastanti del cambiamento climatico si stanno abbattendo sotto forma di incendi e uragani negli Stati Uniti da alcune settimane.
Brucia anche la Siberia mentre violenti cicloni hanno devastato le isole greche.
Nella parte occidentale degli USA oltre 5 milioni di acri (più di 2 milioni di ettari) sono andati in fumo e la stagione del fuoco è appena agli inizi. Solo lo scorso fine settimana, un’ondata di caldo ha nuovamente colpito la California meridionale: la contea di Los Angeles ha raggiunto i 49 gradi, mentre la Death Valley ha superato i 54 gradi che, se confermati, costituirebbero la temperatura più alta mai registrata sul pianeta.
Questi incendi violenti sono il risultato diretto del cambiamento climatico, spiegano il climatologo, Peter Kalmus, e l’ecologista, Natasha Stavros. Il pianeta è attualmente più caldo di quanto dovrebbe essere di 1 o 1,2 gradi.
Questo calore in eccesso – dovuto al consumo di combustibili fossili e alla distruzione delle foreste – rende le ondate di calore più estreme e oltre tre volte più frequenti rispetto agli anni ’60, creando le condizioni calde e secche ideali per gli incendi, specialmente negli ecosistemi un tempo più freschi e umidi.
“Il riscaldamento globale – proseguono Kalmus e Stavros – provoca anche lo scioglimento precoce della neve primaverile e aumenta la probabilità che i suoli siano molto secchi e facilmente incendiabili. La siccità e il caldo, a loro volta, stressano gli alberi, rendendoli suscettibili agli attacchi di parassiti come i coleotteri, più resistenti a causa degli inverni più temperati. I coleotteri indeboliscono gli alberi. Centinaia di milioni di alberi secchi e morti non solo bruciano più facilmente, ma scoppiano” … leggi tutto