di David Puente
Un post Facebook, copincollato da diversi utenti, semina dubbi sul test del tampone insinuando che venga falsato. Ma la tesi non regge
Domenico Biscardi è una vecchia conoscenza di Open, è suo l’audio di 16 minuti diffuso via Whatsapp con contenuti ricchi di teorie di complotto sul nuovo Coronavirus: da quelle sull’origine e sulla diffusione del virus a quelle sul tampone, definito «una stronzata», e in cui scambia DNA con RNA nonostante si presenti come un esperto nel campo scientifico.
Il 21 settembre 2020 pubblica un post Facebook in cui mette in dubbio i test Covid-19, ossia il sierologico e il tampone, insinuando il dubbio negli utenti che questi siano fatti di proposito per falsare i numeri dei contagiati.
Affermando con certezza che in televisione non si dice «positivo a Covid-19» preferendo un generico «positivo a coronavirus», insinua un dubbio negli utenti: siccome secondo lui nel corpo umano ci sarebbero «7 coronavirus» dovremmo chiedere agli operatori sanitari a quale di questi risultiamo positivi.
La sua fonte? Un «amico di mestiere», non specificando quale, sostenendo inoltre un’altra teoria: «contiene ancora l’idea che i virus ammalano, nulla di più falso» … leggi tutto
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