di Giuliano Cazzola
Consiglio la lettura di “Sindrome 1933” di Siegmund Ginzberg (Feltrinelli). È un saggio che ricostruisce la conquista del potere in Germania da parte di Adolf Hitler, denunciando gli errori, le sottovalutazioni, le campagne scandalistiche della stampa che ne favorirono il successo, i mezzi per conquistare e mantenere un ampio consenso popolare che non venne meno neppure davanti agli abusi e alle atrocità di cui il regime si vantava apertamente.
In cinque anni – dal 1928 al 1933 – di frequenti ricorsi elettorali il Nsdap (il Partito nazionalsocialista dei lavoratori) passò da 800mila voti a oltre 17 milioni, quando il 30 gennaio del 1933 ricevette dal presidente Hindenburg l’incarico di formare un governo di coalizione.
Il giorno prima i socialdemocratici avevano organizzato una grande manifestazione al grido di “Berlino è rossa’”, mentre il loro giornale, il Wortwars, scriveva:
‘’La Germania non è l’Italia, Berlino non è Roma, Hitler non è Mussolini (questa considerazione, in senso inverso e a pelosa difesa del Duce, l’abbiamo sentita troppe volte, anche di recente, ndr). Sbaglia di grosso – continuava il giornale – chi ritiene che qualcuno possa imporre un regime dittatoriale sulla nazione tedesca’’.
Il saggio non si avventura ad affermare che, oggi, l’Europa e soprattutto l’Italia, soffrano di quella sindrome; ma non può evitare di mettere in fila le analogie.
“Da qualche tempo, non passa giorno – scrive l’autore – senza che le notizie mi diano una sgradevole sensazione di déjà vu. Leggo la stampa, vedo i telegiornali, faccio talvolta zapping nei talk show, ascolto quel che dice la gente al bar o sull’autobus, e ho l’impressione di aver già letto, già visto, già ascoltato. Ma in tutt’altra epoca e in un altro luogo’’.
Si snoda dunque la descrizione di una campagna elettorale permanente, di un partito che ripudia la destra e la sinistra e si dichiara del “popolo”, di un improbabile contratto di governo; si aggiunge la voce grossa per mettere a tacere i giornali, l’occupazione della radio, l’odio che penetra nelle istituzioni del vivere civile, le accuse ai tecnici infidi, il debito, la gestione demagogica e irresponsabile delle finanze pubbliche, dove fanno capolino persino dei simil minibot … leggi tutto