Il destino delle rovine. Tra resistenza e pigrizia (artribune.com)

di Irene Fanizza

A differenza di Paesi come l’Inghilterra, l’Italia è affezionata alle sue rovine e molto refrattaria a impedirne la cristallizzazione in forme senza vita. Ma siamo proprio sicuri che sia la via giusta?
Quando cammini dentro l’Abbazia di Westminster a Londra, verso la fine della navata centrale, dopo le tombe di scienziati e poeti, ti ritrovi di fronte alle tombe di Elisabetta I e della sorellastra Mary, vicine a quella del nonno Enrico VII. Westminster, che dall’inizio della sua costruzione, nell’XI secolo, a oggi va ben oltre i limiti della fede, è uno di quei posti che ci ricorda come l’uomo sia capace di creare, costruire, distruggere e ricostruire, anche con molto poco.
Dentro Westminster, passando vicino a Dickens, Laurence Olivier, Newton ed Elisabetta I, si può sentire quella qualità che gli altri Paesi hanno sempre invidiato per secoli: il rispetto che l’Inghilterra ha per se stessa, dove rispetto non è immobilità, non una conservazione in teca del proprio passato … leggi tutto

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