di Daniele Manca
Siamo lo Stato delle eccezioni e delle deroghe.
E purtroppo continueremo ad esserlo. Fatta la legge trovata l’eccezione sembra essere la regola. Si guardi alla proposta di fiscalità di vantaggio al Sud. Encomiabile l’intenzione di procedere a una riduzione del costo del lavoro. Come pure il fatto che si tratti di un’operazione che nelle intenzioni del governo dovrebbe guardare al lungo periodo, e cioè fino alle soglie del 2030, per poter dispiegare i suoi effetti positivi.
Ma si pone un problema di merito. Siamo sicuri che la strada migliore per favorire la riduzione dei divari territoriali sia il taglio dei contributi previdenziali del 30% a favore dei datori dei lavoro? La fiscalità di vantaggio può e deve aiutare. Ma dovrebbe aiutare l’intero mondo imprenditoriale. E così non è per almeno due motivi.
I motivi
Il primo è che imponendo diversità territoriali si introduce una rigidità e una asimmetria nel mercato che può ritorcersi contro lo stesso territorio che si voleva agevolare. Ancorando cioè la sua competitività al mero costo del lavoro. Il secondo è che l’operazione sembra volere schiacciare le imprese sulla falsa immagine di enti alla ricerca solo di bassi costi.
Cosa che la recente storia economica indica essere sì uno dei fattori ma non l’unico, e spesso il meno importante, per un’azienda che voglia essere competitiva sui mercati nazionali e internazionali … leggi tutto