Le mangrovie tropicali assorbono tanta anidride carbonica quanto la foresta pluviale. Ora il governo Bolsonaro vuole distruggere le foreste per il turismo
Jair Bolsonaro dichiara guerra alle mangrovie: dopo aver devastato la Foresta Amazzonica, che il presidente considera una proprietà del Brasile (anzi, sua personale) e non il polmone verde più importante al mondo e non accetta interferenze dal resto del mondo, ora questo nemico dell’umanità ha revocato i regolamenti che proteggono le foreste di mangrovie tropicali.
Giustamente gli ambientalisti stanno denunciando quello che non è niente di meno che un crimine: un acro di mangrovie (circa 4.000 mq) assorbe la stessa quantità di anidride carbonica di un acro di foresta pluviale.
A guidare questo ennesimo crimine è il Ministro del’Ambiente del governo Bolsonaro, Ricardo Salles: il piano è semplice: deforestare ampie aree per sfruttare il territorio a fini turistici, con buona pace dell’ecosistema.
“Queste aree sono già sotto forte pressione per lo sviluppo immobiliare”, ha spiegato alla Bbc Mario Mantovani, responsabile dell’associazione ambientalista SOS Mata Atlantica. “Le normative del 2002 almeno le proteggevano da ulteriori distruzioni”, ha detto ancora, definendo la loro abrogazione “un crimine contro la società”.
Da quando il leader di estrema destra Bolsonaro è salito al potere nel gennaio 2019, il Brasile ha assistito ad un grave aumento della deforestazione e degli incendi in Amazzonia. Con il governo che si è unicamente limitato a minimizzare le conseguenze. Complice il ministro dell’Ambiente Ricardo Salles che non è la prima volta che è coinvolto in una polemica.
Ad aprile era finito in una bufera dopo che era stata diffusa una registrazione di una riunione di gabinetto con il presidente Bolsonaro, in cui Salles affermava che la pandemia di coronavirus era un’occasione per azzerare le normative ambientali “ora che i media parlano solo di Covid … leggi tutto