di Paolo Mieli
Ancora un giorno e il leader della Lega entrerà nell’albo d’oro dei leader politici italiani transitati per le aule giudiziarie.
Come Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi
i siamo. Ancora un giorno e Matteo Salvini entrerà nell’albo d’oro dei leader politici italiani transitati per le aule giudiziarie. Come Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi. Lui, a differenza dei predecessori, non ha neanche fatto una onorevole sosta a Palazzo Chigi. Senza esser stato presidente del Consiglio (ma esclusivamente vice, oltreché ministro dell’Interno), Salvini dovrà rispondere a Catania di aver sequestrato — da solo, presumiamo — 131 migranti in attesa di scendere a terra dalla motonave della Guardia costiera «Bruno Gregoretti».
I profughi maschi, al termine di un viaggio infernale che durava da gennaio, dovettero aspettare per cinque lunghissimi giorni, tra il 27 e il 31 luglio del 2019. Donne e bambini per due. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro aveva chiesto l’archiviazione di questo caso Gregoretti-Salvini. Un altro magistrato, parlandone con Luca Palamara(quando l’ex capo dell’Associazione nazionale magistrati era ancora in auge) aveva espresso dubbi sull’iniziativa giudiziaria antisalviniana.
Ma il presidente dei giudici delle indagini preliminari, Nunzio Sarpietro, è andato avanti con decisione: «A me Palamara non lo dice nessuno», ha dichiarato. E il Senato ha concesso l’autorizzazione a procedere contro l’ex ministro per «sequestro di persona aggravato». Va riconosciuto che Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio — di allora e di adesso — è stato assai fortunato.
Nessun giudice ha pensato di coinvolgerlo, neanche marginalmente, nella decisione di trattenere quei disgraziati a bordo della «Gregoretti» in quell’ormai lontano luglio del ‘19.
E ugualmente baciati dalla fortuna sono stati i colleghi di governo dell’ex ministro. C’è da aggiungere che anche dovesse uscire indenne dalle forche catanesi, come già capitò ai succitati predecessori, altri procedimenti si prospettano per Salvini … leggi tutto