di Alessandro Rosina
Se vogliamo che l’Italia colga l’opportunità di una rinascita, che abbia come motore la capacità di essere e fare dei cittadini, il riconoscimento e la realizzazione di questi diritti sono il miglior impegno che possiamo oggi assumere
La sfida maggiore del nostro tempo è saper gestire la complessità. Saper, inoltre, individuare e cogliere opportunità nella complessità. Ma anche crearne di nuove. E, infine, dalle opportunità saper generare valore, alimentando un circuito virtuoso in cui la capacità di essere e fare delle persone cresce assieme ai livelli di benessere (nelle sue varie dimensioni) del contesto sociale ed economico in cui operano.
Se, invece, la nostra capacità di leggere la realtà e di agire positivamente al suo interno, cresce meno rispetto al grado di complessità che caratterizza le trasformazioni del nostro tempo, si indebolisce non solo la produzione di ricchezza, ma si deteriora anche il senso di appartenenza sociale, scade la fiducia verso le istituzioni, si perde la visione positiva del futuro.
Le analisi del “Rapporto giovani 2020” dell’Istituto Toniolo mostrano che chi ha titolo di studio basso e proviene da contesti sociali più poveri, si trova con meno possibilità di accesso, ma anche con minori strumenti per riconoscere il valore, rispetto a ciò che è nuovo e si associa a nuove opportunità.
Riescono, ad esempio, a beneficiare di meno dei consumi culturali resi disponibili dai nuovi media; riescono di meno a immaginarsi positivamente inclusi nelle prospettive offerte dalle “professioni del futuro”; riescono di meno a sentirsi parte attiva del miglioramento del bene comune attraverso l’impegno sociale.
Queste difficoltà si sono ulteriormente accentuate con la pandemia, per l’inasprimento delle diseguaglianze sociali e per l’aumento dell’incertezza nei confronti del futuro … leggi tutto