Ufficialmente, per i democratici, tutte le difficoltà sono colpa dei Cinquestelle, cioè del partito con cui ripetono di volersi alleare di qui all’eternità.
Ma allora, delle due l’una: o pensano di fargli cambiare idea (e se non ora, quando?), o l’hanno cambiata loro
Sembra ieri che giornali e televisioni pubblicavano allarmanti sondaggi sulla diffusione del sentimento antieuropeista in Italia, corredate da dolenti editoriali sulle ragioni di un così radicale mutamento di opinione, in quello che era stato a lungo il paese più europeista del Continente. Per circa un anno, dopo le elezioni del 2018, le forze favorevoli all’uscita dall’euro sono state addirittura maggioranza in Parlamento, e maggioranza schiacciante in talk show, osterie e social network.
Non servono altri sondaggi per verificare quanto le cose siano cambiate da allora, e nel giro di appena un paio di mesi, né serve particolare sagacia per scoprirne il motivo, e cioè la decisione dell’Unione europea, il 21 luglio scorso, di ricoprirci di soldi.
Ebbene, c’è oggi un solo opinionista in Italia capace di sostenere che se il secondo governo Conte avesse mantenuto sulle questioni europee la stessa linea di sostanziale continuità con le politiche del governo precedente, come ha fatto su ogni altra materia, avremmo ottenuto gli stessi risultati? C
’è davvero qualcuno disposto a credere che di fronte a un governo italiano ancora capace di rilanciare le grottesche sparate già più volte ripetute (e rimangiate) ai tempi della prima finanziaria gialloverde, Angela Merkel ed Emmanuel Macron sarebbero corsi in nostro soccorso, esortando anche i paesi più riluttanti a mostrare solidarietà verso un paese in difficoltà, mentre il diretto interessato seguitava a insultarli e a minacciare sfracelli? … leggi tutto