Con il governo Conte dimissionario la sorte della riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari è più incerta. Resta però il fatto che non favorisce il dialogo tra istituzioni e rappresentati. Perché la dimensione dei collegi non è adeguata.
Confronto tra parlamentari di quattro paesi
Ultimamente si è tornati a parlare di una riforma costituzionale rimasta per un anno sottotraccia: la riduzione del numero dei parlamentari, che sembrava giunta alla stretta finale. Pur con il governo Conte dimissionario, resta comunque lecito chiedersi se la riforma fosse necessaria nelle finalità e nei contenuti.
Il punto di partenza del disegno di legge è l’affermazione che l’Italia ha troppi – e troppo pagati – parlamentari. Quindi, una riforma che ne riduce il numero risponderebbe a criteri di efficienza procedurale e di risparmio.
Sulle due questioni è interessante il confronto con la realtà delle camere basse di altri tre grandi paesi – Francia, Germania, Regno Unito -, riassunto nella tabella 1.
Tabella 1
*numero variabile, mai inferiore a 598 … leggi tutto