Il presidente Trump ha più volte accusato Antifa e altri gruppi di sinistra di fomentare la rabbia e la violenza nel Paese, soprattutto durante le proteste contro la brutalità della polizia.
Ma alla vigilia delle elezioni è ormai chiaro che la minaccia principale viene da destra
«Stand back and stand by», «state indietro e aspettate». Sono bastate queste parole, pronunciate da Donald Trump durante il primo dibattito con Joe Biden, in risposta alla domanda del giornalista che chiedeva al presidente di prendere le distanze dal gruppo di estrema destra, Proud Boys, a far rabbrividire milioni di americani. Perché, al di là di quello che farà Trump dopo il 3 novembre e, al netto delle volte in cui si è rifiutato di dire che avrebbe garantito una transizione pacifica del potere, il rischio che queste elezioni siano macchiate anche da contestazioni violente è reale.
Lo dimostrano gli eventi degli ultimi mesi, dalle manifestazioni dei suprematisti bianchi a Washington D.C. all’uccisione di due manifestanti anti-razzisti a Kenosha, in Wisconsin, passando per il piano sventato per rapire la governatrice del Michigan, Gretchen Whitman, da parte di un gruppo di uomini affiliati a una milizia di destra, i Wolverine Watchmen.
Ma lo dimostra anche la cronaca degli ultimi giorni: domenica dei manifestanti pro-Trump hanno bloccato il traffico sul Garden State Parkway, nel New Jersey. In Georgia un evento democratico è stato cancellato a poche ore dal suo inizio per timore di un’imboscata da parte di una milizia. Qualche giorno prima in Minnesota, il procuratore generale è dovuto intervenire per fermare un’azienda che reclutava veterani per sorvegliare i seggi elettorali … leggi tutto