La cifra politica della presidenza Trump. La post-verità fino in fondo (articolo21.org)

di ANTONIO NICITA

La presidenza Trump rischia di finire 
com’era iniziata. 

Nel dicembre del 2016, dopo una clamorosa e inattesa vittoria, Ruth Marcus sul “Washington Post” scrisse: «Welcome to the post-truth Presidency» (Benvenuti nella Presidenza della post-verità). Ma già qualche mese prima “The Economist” legava Donald Trump al concetto di post-verità, descrivendo il prossimo capo della superpotenza Usa «come uno dei prominenti professionisti della politica della post-verità» cui non interessa «se le sue parole abbiano una qualche relazione con la realtà, almeno fintanto che siano idonee a infiammare i suoi propri elettori».

Quattro anni dopo, le emittenti Abc, Cbs e Nbc interrompono in diretta una pesantissima dichiarazione del presidente uscente, il quale, dalla Casa Bianca, accusa gli avversari di brogli e frodi, «senza portare prove» come precisa, in diretta, il sottopancia di Cnn.

Il tema del rapporto con i fatti, e del ruolo della disinformazione, anche attraverso precise strategie sui social media, è uno di quelli che ha caratterizzato questa presidenza e la relazione tra politica e informazione ai tempi del neo-populismo. La locuzione «fatti alternativi» è nata da Kellyanne Conway consigliere del presidente Trump, durante una conferenza stampa del 22 gennaio 2017, in relazione al numero di presenze effettive all’inaugurazione di Trump come presidente degli Stati Uniti.

I «fatti alternativi» hanno caratterizzato quest’ultimo anno di Presidenza in cui si sono intrecciate narrazioni negazioniste sulla pandemia con ricostruzioni strumentali sia degli episodi di razzismo che delle proteste per la morte di George Floyd.

I social media, in testa Twitter e, in misura minore, Facebook – in passato accusati anche dal Rapporto Mueller e dalle indagini su Cambridge Analytica, di aver indirettamente favorito strategie di disinformazione volte a influenzare le elezioni del 2016 – hanno iniziato a “moderare” i tweet del presidente Trump per incitazioni alla violenza o affermazioni non veritiere o ingannevoli, peraltro riguardanti proprio il tema della legittimità del voto postale o absentee … leggi tutto

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