Le Sardine intervengono con un documento per bocciare "il teatrino" che sta andando in onda a Bologna per la scelta del candidato sindaco
Sul tira e molla del Pd di Bologna per la scelta del candidato sindaco per le prossime amministrative irrompono le Sardine. Per dire che no, “il teatrino” che va in onda in questo momento nel capoluogo non è per nulla esaltante e che loro, no: non staranno fermi a guardarlo. Per chiedere le primarie, per ribadire il ‘no grazie’ all’ipotesi che, gira e rigira, alla fine il front runner dem sia il deputato dem Andrea De Maria; per spezzare una lancia in favore del fatto che a indossare la prossima fascia tricolore possa essere uno degli attuali assessori del sindaco Virginio Merola (Matteo Lepore, Alberto Aitini, Marco Lombardo); per, infine, avvisare il Pd che sembra non aver colto e raccolto la spinta dal basso che proprio le Sardine hanno saputo catalizzare alle ultime regionali e incanalare verso una vittoria che non era affatto scontata. Sono i contenuti di un documento che le Sardine hanno messo a punto negli ultimi giorni di fronte al dibattito e alle manovre dem per la scelta del candidato: avrebbero voluto prendere posizione più avanti, ma han deciso di farlo prima. Come, appunto, a voler dare al ‘partitone’ un monito-consiglio prima che sia troppo tardi. E pochi minuti fa è stato pubblicato sul sito ‘Cantiere Bologna’ con il titolo “Non aprite quella porta“.
Il documento si chiude infatti con un aut aut a non dare spazio “ai fantasmi del palcoscenico”, altrimenti ci saranno legami che potrebbero spezzarsi. Scrivono le Sardine: “Non aprite la porta ai fantasmi del palcoscenico. Altrimenti se ne chiuderanno molte altre”. E anche l’incipit del documento non è meno diretto, visto che parla di “trucchetti della politica” e di un “teatrino” su cui va in scena uno show “a cui nessuno di noi avrebbe voluto assistere“.
Nel documento, le Sardine insistono sul tema di una scelta condivisa del candidato sindaco del centrosinistra; perchè l’elettorato non resti confinato sulla scacchiera della partita delle amministrative nel ruolo di “pedina” che non gioca un ruolo attivo e non fa parte delle strategie per vincere. Ma appunto, avvertono le Sardine, oggi “ci sentiamo presi in giro” dai modi con cui, “alcuni”, vorrebbero instradare il futuro della città, per di più proprio a Bologna: non piace dunque l’ipotesi De Maria, che pure anche in questi ultimi giorni diceva di non essere una delle opzioni per risolvere la contesa interna al Pd, ma il cui nome rimane sulla scena; alle Sardine l’ipotesi suona come una ‘soluzione’ che -di nuovo- uscirebbe da “discussioni ristrette, dei soliti” che hanno già altri incarichi. Insomma, sentir parlare di De Maria significa che “si è tornati a pensare che l’elettorato sia una massa senza forma e senza anima“. E non basterebbe neppure che a decidere fossero i non tanti esponenti dell’assemblea Pd. Non faccia il Pd l’errore dell’autoreferenzialità, sarebbe insomma il ‘consiglio’. Meglio sarebbe far tesoro del dove si è appena vinto e del come lo si è fatto: qui il documento, sempre a quanto si apprende, parla di “abbattere i recinti del passato” e lo “snobismo”.
Il testo delle Sardine si propone infine come solo l’inizio di quella che, se le cose non andranno come sperano, rischia di diventare una spina nel fianco del Pd: “non ci accontenteremo” del menu che altri vorranno servirci, è la promessa che detta, come modo per evitare di arrivare separati alla meta, le primarie di coalizione e l’endorsement a favore di chi può rappresentare una continuità con l’attuale amministrazione.