Usa 2020, il successo di Parler, il social senza “censura” che piace ai fan di Trump (in fuga da Facebook e Twitter) (open.online)

di Valerio Berra

Le prime tracce si sono state registrate nei 
mesi scorsi, 

ma è solo nell’ultima settimana che è arrivata un’impennata di download per la piattaforma dove è possibile pubblicare qualsiasi contenuto

Fino al 27 maggio il rapporto tra Donald Trump e Twitter, anche se chiacchierato, sembrava funzionare. Il Presidente lo usava come canale per comunicare con i suoi quasi 89 milioni di follower e la piattaforma poteva contare su una visibilità preziosa in anni in cui la parabola discendente degli utenti (attivi) sembrava inesorabile.

Poi è comparsa un’etichetta, per la prima volta, che ha definito due tweet presidenziali «potenzialmente fuorvianti». Fake news, in sostanza. Da qui la situazione è precipitata, tanto che andando sull’account di Trump bastano pochi scroll per inciampare in qualsiasi tipo di etichette, delle informazioni dubbie a quelle usate ai contenuti violenti.

Dopo anni di Far West, i social network hanno cominciato (a suon di pressioni) a curarsi dei contenuti che vengono postati dai loro utenti. E questo non ha riguardato solo Trump. Negli ultimi mesi Facebook e Twitter hanno bandito i gruppi del complotto QAnon, quelli del movimento di estrema destra Boogaloo, hanno oscurato Steve Bannon e limitato il movimento Stop the Steal, che sostiene le teorie sui brogli elettorali a favore dei democratici.

In pratica, i social network stanno facendo terra bruciata attorno ad alcuni gruppi schierati a sostengo di Donald Trump. Esattamente come nel Far West però, per ogni città in cui è arrivata la legge, ne esiste una un po’ più in là dove ognuno può essere chi vuole … leggi tutto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *