Nove ore per una farsa. L’iniziativa di consultare i propri iscritti da parte del Movimento 5 Stelle e il fallimento della credibilità.
La sgangherata ed ennesima iniziativa della ditta privata, e simulata come prova di democrazia diretta, questa volta ha una caratteristica in più e molto grave: l’insulto palese delle regole istituzionali.
Basterebbe infatti ricordarsi anche dell’obbligo, da parte dei loro eletti, di firmare un contratto di fedeltà, peraltro perfettamente impugnabile, e dimenticando inoltre che la nostra Carta non prevede il vincolo di mandato (aspetto politico nato dopo l’esperienza fascista), oltre alla tassatività di “versare” mensilmente 300€ alla piattaforma Casaleggio (aspetto molto profit, altroché come dall’SrL dichiarato dell’essere senza fine di lucro…).
Proviamo a capire meglio. Che un partito – soggetto giuridico che non è invece il Movimento sputando quindi sulla trasparenza – consulti i propri tesserati o iscritti è ovviamente una prova di serietà per forze politiche che vogliano testare gli umori delle proprie basi. Normalmente si procede, pur con metodi diversi, valutando le opinioni quando o si voglia fare una proposta politica innovativa o quando si debba decidere un percorso di nuove alleanze. Stesso dicasi per la scelta dei propri rappresentanti ai vertici delle stesse organizzazioni.
Questo naturalmente accade quando si hanno ben presenti i paletti dettati appunto dalla nostra Costituzione e dunque se ne rispettino almeno due dei principali riferimenti:1. l’Italia è una democrazia parlamentare, e dunque basta con schifezze dichiarate che rappresentino un eventuale nuovo governo quale truffa consumata alle spalle dei cittadini. Finché sia considerabile una nuova maggioranza parlamentare è dovere da parte del Capo dello Stato dare corso alla verifica della stessa.
2. Democrazia rappresentativa. Appunto, esatto contrario della democrazia diretta: La democrazia diretta è una forma di democrazia nella quale i cittadini possono, senza alcuna intermediazione o rappresentanza parlamentare, esercitare direttamente il potere legislativo. Straordinaria anticamera dei successi totalitari già visti e insanguinati.
L’illusione alla quale filosoficamente si ispirano i Gialli sapienti, pur partendo da un’iniziale e quasi condivisibile desiderio di dare nuova e maggiore voce al Cittadino, è dimentica della sua traduzione nella pratica politica e sociale che, nei secoli, ha funzionato egregiamente nei processi di annichilimento dei diritti delle minoranze. E torniamo quindi al punto di partenza, ansia di protagonismo di singoli che sono pronti anche a massacrare il lessico della convivenza civile.
Via quindi alla traduzione di complessità con complicazioni, mediazioni con inciuci, responsabilità personale con lo vuole la gente, ecc..
Pirlaggine. Neologismo del sottoscritto che sta ad indicare quanto i suddetti si stiano auto-massacrando sull’altare della credibilità, non avendo capito che la triste rappresentazione del consulto odierno (?) aveva semmai un senso prima di iniziare il percorso per una nuova maggioranza parlamentare. Non in corso di una formazione governativa.
Vincesse il NO con quale faccia si presenteranno davanti al sin troppo paziente Presidente Sergio Mattarella? Certo tecnicamente il percorso istituzionale a lui è chiaro. Gli interessi del Paese annientati. Il M5S è destinato al peggio, in ogni caso. E proprio sulla dignità.
Non credo comunque che le sorprese arriveranno tanto dall’esito del voto previsto per le 18, quanto da ciò che accadrà dopo attraverso i tranelli che sono già pronti da possibili transfughi proprio di alcuni Gialli (amanti del Verde) verso una bocciatura della fiducia parlamentare, e delle botole date dalle ben sei commissioni senatoriali pilotate da presidenti leghisti.
Auguri, e grazie a Roberto Rossellini