di Raffaella Calandra
Luigi Pagano, lo storico direttore del carcere milanese, ora in pensione, racconta l’incontro con l’imprenditoria durante e dopo Tangentopoli. Perché servono pene alternative alla detenzione
Per tutta la vita, Luigi Pagano ha provato a risolvere il suo paradosso: permettere con l’isolamento del carcere il reinserimento dei detenuti, fuori dal carcere. E ora che è andato in pensione, per lo storico direttore di San Vittore una riflessione si impone: «Le celle sono anacronistiche. Bisogna pensare talvolta a pene alternative. O il carcere continuerà a riprodurre se stesso», sentenzia l’uomo che ha cambiato il rapporto tra il mondo di fuori e quello di dentro, già numero due del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, dopo i 15 anni passati nel principale istituto milanese e poi alla guida di quelli lombardi.
Sono i numeri e l’esperienza a dimostrarlo: più stai dentro senza prospettiva, più torni dentro. Con buona pace della funzione rieducativa voluta dalla Costituzione, «che temo non venga rispettata», sospira … leggi tutto