Sacrosanto l’appello promosso dall’Associazione Carta di Roma e rivolto al governo che si sta formando perché adotti e promuova un linguaggio istituzionale non più violento sul tema delicatissimo delle migrazioni.
Lo ripetiamo ancora una volta: nessuno chiede che i problemi esistenti in materia di accoglienza e integrazione vadano edulcorati. Ma non è più tollerabile che, all’opposto, le criticità vengano strumentalmente esacerbate ai fini del consenso politico-elettorale, dipingendo la realtà italiana a tinte così fosche da alimentare un odio diffuso: tanto diffuso da allarmare gli organismi internazionali di monitoraggio (come ci ha ricordato Daniela De Robert citando il recente Rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani).
Le responsabilità di una certa politica sono sotto gli occhi di tutti. Ma non avrebbero prodotto conseguenze tanto devastanti se non avessero trovato e trovassero sostegno, alimento e rilancio – oltre che nel mondo dei social – anche in una parte dell’informazione professionale, che non solo ha fatto e fa volentieri da cassa di risonanza, ma ci mette del suo. Se serve un esempio, prendo un titolo comparso ieri sulla prima pagina de La Verità: “Il frutto dell’invasione/ Muore italiano: lavorava come schiavo nei campi” … leggi tutto