di Luca Rondi
Secondo i dati Inps pubblicati a fine agosto, delle 905.000 domande accolte a metà luglio per il reddito o la pensione di cittadinanza, solo il 6% riguardava cittadini non comunitari. I requisiti per accedere alla misura sono discriminatori. Eppure il rischio di povertà per gli stranieri è quasi il doppio rispetto a chi vive in famiglie composte da soli italiani. “Una misura nata con l’obiettivo di contrastare la povertà più grave, esclude una quota rilevantissima delle famiglie più povere”, spiega l’avvocato Alberto Guariso (Asgi)
In Italia i cittadini stranieri sono discriminati nell’accesso al Reddito di cittadinanza. È quanto emerge dai dati pubblicati dall’Osservatorio statistico dell’Inps che periodicamente fornisce le informazioni statistiche sui nuclei familiari percettori del beneficio economico introdotto dall’uscente esecutivo.
Nell’ultimo report, pubblicato il 29 agosto con i dati aggiornati al 17 luglio 2019, si segnala infatti che delle 950mila domande accolte, solo il 6% riguarda cittadini non comunitari (extra Ue). Una percentuale bassissima se si considera che -rapporto Istat “La situazione del Paese”, pubblicato nel 2017, alla mano- il rischio di povertà per gli stranieri è quasi il doppio rispetto a chi vive in famiglie composte da soli italiani (49,5% contro il 26,3%). Più che la povertà, dunque, sembra contare l’italianità .. leggi tutto