Valorizzare la forza e l’autorità femminile: una scelta importante contro la violenza sulle donne (articolo21.org)

di MARIANGELA GRITTA GRAINER

Siamo nel 1960 è il 25 novembre. C’è una 
“rivoluzione” in atto nella Repubblica Dominicana 
contro la dittatura (1930-1961) di Rafael Trusjillo

Patria, Minerva e Maria Teresa sono tre sorelle attiviste politiche che vengono uccise dopo violenze e torture, stupri. La quarta sorella Adele sopravvive miracolosamente.

Nel 1981, in un meeting di femministe latinoamericane e caraibiche a Bogotà, fu deciso di scegliere quell’assassinio come emblema della violenza contro le donne e le tre sorelle Mirabal come simbolo della forza delle donne di tutto il mondo.

Nel 1994 Julia Alvarez pubblica “il tempo delle farfalle” e racconta la loro storia: il tempo delle quattro sorelle Mirabal, “las mariposas” come venivano chiamate.

Il 17 dicembre 1999 le Nazioni Unite proclamano il 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

“…Non sempre, non ovunque, le cose sono cambiate da quel giorno: basti pensare alle bambine dell‘India che quasi ogni giorno vengono stuprate e uccise, ma anche a casa nostra, dove la violenza contro le donne è spesso nascosta in ambito domestico.

La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne…” si legge nella Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu.

Sono passati venti anni da allora ma “l’India non è un paese per donne” scrive Carlo Pizzati nel libro La tigre e il drone:”…Nonostante ci siano state e ci siano donne al potere in India, nonostante il sostegno alla lotta per la parità di genere della Corte suprema, in sintonia con lo spirito della Costituzione, i diritti e il trattamento delle donne in India sono quella triste e deprimente storia che sentiamo da anni. …crimini contro le donne come violenza sessuale, schiavitù, attacchi all’acido, infanticidio o feticidio femminile, delitti d’onore …”

E non sono paesi per donne i troppi luoghi di conflitti e guerre, di malattie e povertà dove le donne e i loro figli subiscono violenze inenarrabili perfino quando tentano di arrivare in paesi più sicuri e a volte muoiono, affogando nel nostro mare. Ha ragione Giancarla Codrignani che già in Ecuba e le altre –1994 poneva un interrogativo retorico:

“non è ancora certo che la violenza omicida che genera la guerra (e poi la mitizza) sia la stessa che produce la guerra contro le donne…”.

Sono passati venti anni e anche l’Italia non è un paese per donne … leggi tutto

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