di Andrea Garnero e Andrea Salvatori
Durante la pandemia i redditi delle famiglie italiane sono scesi più di quanto sia accaduto altrove.
Eppure, le risorse mobilitate sono ingenti. Le cause vanno ricercate nel funzionamento del sistema di protezione. E nell’incidenza dell’economia sommersa.
Sostegni nel mondo
Tutti i paesi Ocse sono intervenuti massicciamente per sostenere le famiglie durante la crisi Covid-19, ma non tutti hanno ottenuto gli stessi risultati.
Negli Stati Uniti, per esempio, il reddito disponibile delle famiglie (cioè dopo aver dedotto le tasse e aggiunto i trasferimenti pubblici ricevuti) è aumentato del 10,1 per cento nonostante un calo del Pil del 9,1 per cento. Ciò è successo perché il Cares Act ha, tra le altre cose, temporaneamente aumentato di 600 dollari a settimana i sussidi di disoccupazione e distribuito 1.200 dollari a ogni cittadino americano.
In altri paesi, il reddito medio delle famiglie è calato, ma in maniera molto più contenuta rispetto al Pil. In Germania, Francia e Inghilterra le famiglie hanno perso rispettivamente 1,1, 2,3 e 3,4 per cento, mentre il Pil crollava del 9,8, 13,8 e 19,9 per cento.
In Italia, invece, con un calo del Pil (-12,8 per cento) comparabile a quello degli altri paesi, il reddito disponibile è sceso del 7,2 per cento.
Cosa succede in Italia
Come si spiega la più alta riduzione del reddito delle famiglie italiane rispetto agli altri paesi? Se non si possono ancora avere certezze, qualche riflessione può comunque essere utile in questa fase di definizione della legge di bilancio per il 2021.
Innanzitutto, non sembra esserci un problema di quantità di risorse: nel complesso, l’Italia ha speso quanto e più di altri paesi Ocse (figura 2). La grossa mole del debito italiano non sembra aver rappresentato un freno rispetto alle spese necessarie per far fronte alla pandemia … leggi tutto