Se Polonia e Ungheria non la piantano, rischiano di restare fuori dal Recovery Plan (romanoprodi.it)

Next Generation Eu: l’accordo obbligato per 
riunificare l’Europa

Il braccio di ferro tra Polonia e Ungheria con le Istituzioni europee e gli altri 25 governi, sta andando avanti senza ancora una soluzione. Al di là dei complicati aspetti tecnici, i termini del conflitto sono molto semplici.

Come tutti sappiamo, a partire dalla scorsa estate, è stato apprestato dalla Commissione (e poi adottato dal Consiglio Europeo) un progetto politico chiamato Next Generation EU: un’iniziativa dedicata ad aiutare i paesi europei pesantemente provati dal Covid-19.

Il progetto, fin dall’inizio, prevedeva che ne potessero beneficiare solo i paesi che si impegnavano ad applicare i principi fondamentali della democrazia. Si trattava di una condizione sostanzialmente scontata, in quanto non faceva che ribadire le regole che stanno alla base dell’Unione Europea. Condizione così scontata da essere accettata da tutti i paesi aderenti, Polonia e Ungheria compresi.

Nello stesso tempo, in modo sempre più clamoroso, i governi di questi due paesi hanno però messo in atto misure interne in contrasto con alcuni dei principi fondamentali dell’Unione. Si tratta soprattutto della libertà dei media, dell’indipendenza della magistratura e di altri fondamentali diritti dei cittadini.

Il Parlamento di Strasburgo ha reagito ribadendo con larghissima maggioranza, e in termini inequivocabili, che il rispetto dei diritti fondamentali della democrazia doveva essere una condizione concreta e assoluta per l’erogazione dei fondi del Next Generation EU.

La reazione dei governi di Polonia e Ungheria non si è fatta attendere e si è espressa ribadendo che ogni paese è sovrano nello stabilire le regole della propria convivenza interna, aggiungendo che la decisione europea non si fondava su elementi di diritto, ma solo su prese di posizioni discriminatorie nei loro confronti.

Queste affermazioni di principio sono state rese esplosive da un’azione concreta dei due paesi, volta a bloccare l’intero funzionamento del Next Generation EU. Questo è possibile perché l’approvazione del bilancio europeo, che contribuisce alla raccolta delle risorse necessarie per mettere in atto il progetto, esige un voto unanime da parte di tutti i paesi membri.

Il debito pubblico, generato dalla nuova politica di solidarietà, deve essere infatti accompagnato da un aumento della dotazione del bilancio europeo … leggi tutto

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