La livella forzosa del lockdown e il rifiuto sdegnoso del Mes (ilsole24ore.com)

di Giovanna De Minico

Il governo dovrà rispondere per averci trattato 
da cittadini diseguali e per averci negato la 
generosa offerta europea

Il governo ha scelto due strumenti per difenderci dal Covid: comparare diritti e reperire risorse.

Il primo ha accompagnato il virus nella sua evoluzione: dalle prime manifestazioni a oggi. Abbiamo condiviso con congiunti, vicini di lavoro ed estranei gravosi sacrifici alle nostre libertà, che, vestiti di essenzialità, abbiamo accettato perché indispensabili per continuare a esistere. Il macigno che, a febbraio schiacciava il fascio delle libertà, ha pesato in ugual misura su ogni cm quadrato del territorio italiano.

Il Sud ha vissuto l’insolita ebrezza di essere trattato come il Nord, solo che questo livellamento forzoso presupponeva un’uguaglianza nelle situazioni di partenza, che invece non risultava dai rapporti degli esperti per l’evidente distanza tra le due curve di rischio. Quindi, misure ragionevolmente severe al Nord per la loro effettiva giustificazione, una volte ribaltate al Sud, diventavano severe e basta, perché prive della ricompensa morale della necessità fattuale.

Gli arresti domiciliari o le saracinesche abbassate a Napoli erano obblighi diversamente evitabili, se si fosse applicato il principio per cui situazioni diseguali richiedono trattamenti differenziati. In questa seconda fase il virus correndo su e giù per il Paese ha allineato genti e territori prima distanti.

Da qui sarebbe stato legittimo attendersi una nuova stretta sulle libertà indifferente al luogo di residenza della persona o dell’impresa. Invece, a situazioni tendenzialmente simili, il governo ha risposto con soluzioni articolate per fasce geografiche, in assenza di quella obiettiva diversità del rischio, che dovrebbe essere la ragione idonea a giustificare una così vistosa diversità di trattamento … leggi tutto

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