Con "Fino all'ultimo respiro" segnò la storia del cinema.
Il film, restaurato, dovrebbe uscire nelle sale nel 2021. Covid permettendo
Suona strano, con i cinema chiusi e chissà per quanto tempo ancora, celebrare uno degli ultimi totem della settima arte. Forse l’ultimo. Jean-Luc Godard compie 90 anni e il suo nome appartiene già alla storia. Venerato maestro già da giovanissimo – ma sempre compiaciuto nel comportarsi da solito stronzo, come gli rimproverò l’ex amico Francois Truffaut in una lettera durissima -, da tempo ormai ha fatto perdere le sue tracce.
Rifugiatosi in Svizzera, la terra materna, il regista francese vive quasi da eremita a Rolle, paesino di seimila abitanti tra Losanna e Ginevra. Ed è proprio da casa sua, una sorta di set permanente, che continua a studiare ogni tipo di linguaggio possibile da portare sul grande schermo. Scontroso, antipatico, ribelle, sempre in antitesi per il gusto di esserlo, Godard parla ormai solo attraverso le sue opere: sempre più oniriche, sempre più ermetiche. Come l’ultimo film, Le livre d’image.
Dove mette a confronto cinema e storia, quasi a voler aggiungere un nuovo capitolo alla sua monumentale Histoire(s) du cinéma, documentario costruito in dieci anni e lungo quasi 300 minuti … leggi tutto