di cyop&kaf
È il 1972. Siamo nel porto di Napoli, più precisamente nel cantiere navale Pellegrino, occupato da più di due settimane. È assolutamente vietato continuare la produzione – quale armatore d’altronde pagherebbe la commessa direttamente agli operai? L’assenza dello stipendio si fa sempre più insostenibile, la lotta sempre più dura.
Sostenere anche economicamente i lavoratori diventa una priorità, e allora – non è la prima volta – in un preciso punto della storia cittadina convergono operai, studenti, artisti, galleristi, intellettuali. È la consuetudine di un’epoca direte, eppure ricordarlo serve qui, oggi, a ricucire ogni singolo filo di quell’arazzo che chiamiamo tessuto sociale, a ricostruire una visione il più possibile d’insieme. Così ci siamo fatti raccontare come è andata da Nando Gaeta, allora fervente attivista del movimento studentesco dell’Accademia di Belle Arti, poi prezioso docente di educazione visiva.
Eravamo sempre presenti alle loro manifestazioni. Instaurammo un rapporto fraterno con gli operai. Per aiutarli a sostenersi nello scontro con i padroni decidemmo di organizzare una mostra, vendere le opere e dare il ricavato agli operai … leggi tutto