Adam Gopnik e la New York degli anni Ottanta (rivistastudio.com)

di Anna Momigliano

Una delle più famose penne d’America ci ha parlato del suo nuovo libro e di quando le aspirazioni avevano ancora qualcosa di romantico.

Adam Gopnik è uno «sciovinista delle città». Così almeno si definisce – ironicamente, sì, ma fino a un certo punto – quando gli telefoniamo in un pomeriggio di fine maggio per fare due chiacchiere sul suo libro Io, lei, Manhattan, pubblicato in Italia da Guanda.

«Tutti dovrebbero abitare in città, davvero non riesco a trovare una buona ragione per non farlo», prosegue, impenitente nel suo snobismo urbano. Vent’anni fa Gopnik aveva raccontato Parigi agli americani, anzi, a un certo tipo di americani, i lettori del New Yorker … leggi tutto

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