di Fabio Savelli
Lo sappiamo da anni che il futuro della mobilità è l’auto elettrica: tre volte più efficiente, meno costi in manutenzione, abbattimento delle accise sul carburante.
Ma non decolla. Nonostante i livelli di polveri sottili siano quasi sempre fuori controllo, nonostante gli investimenti ogni anno annunciati. Il primo ostacolo è il prezzo: dai 30 mila ai 37 mila euro per un’utilitaria su strada. Troppi per il consumatore medio, che dai dati Federauto può permettersi di spendere 8 mila euro. In Italia ce ne sono 15 milioni in circolazione.
Mentre le istituzioni e le autorità regolatorie di quasi tutto il mondo spingono verso il bando dei veicoli con motori termici, cresce però anche il numero degli esperti che esprimono riserve sulla transizione elettrica. Dopo il Ceo di Volvo Hkan Samuelsson — che aveva invitato i costruttori ad essere più trasparenti sulla reale impronta di CO2 delle auto elettriche — è la volta di Akio Toyoda, presidente della Toyota, che dice senza mezzi termini che «l’attuale modello di business dell’industria automobilistica rischia di crollare se il settore passerà ai veicoli elettrici troppo in fretta».
Un paese in black out con troppo auto elettriche?
In una conferenza stampa in qualità di presidente della Japan Automobile Manufacturers Association, Akio Toyoda, nipote del fondatore della Casa automobilistica Kiichiro Toyoda, ha detto che il Giappone resterebbe senza l’elettricità durante il periodo estivo se tutte le auto funzionassero con energia elettrica.
E ha svelato cifre impressionanti, in quanto per disporre di un’infrastruttura capace di supportare una flotta di veicoli elettrici al 100% il costo per il Giappone sarebbe tra 135 a 358 miliardi di dollari. E poiché la maggior parte dell’elettricità del Paese viene generata bruciando carbone e gas naturale, non si tratta di un aiuto per l’ambiente … leggi tutto