Il momento è troppo difficile, e il mondo troppo complicato, per odiarsi tra amici.
L’accordo tra Unione Europea e Regno Unito è un regalo di Natale, per tutti. Non si doveva arrivare all’ultima settimana, non si doveva litigare in tempo di pandemia e – vogliamo dirlo? – non dovevamo divederci: siamo tutti europei, nel continente e sull’isola. Ma il voto su Brexit (2016) e il plebiscito elettorale per Boris Johnson (2019) non lasciavano alternative.
Era inevitabile che il Regno Unito uscisse dall’Unione Europea ed era opportuno che si trovasse un accordo per regolare i rapporti futuri.
«Sollievo e tristezza», ha commentato il capo dei negoziatore UE, Michel Barnier. Sembra un buon riassunto. A Londra e a Bruxelles – state certi – lasceranno intendere d’aver vinto. In verità stavamo perdendo tutti, e abbiamo pareggiato in extremis.
Commerci, trasporti, sicurezza: convidiamo moltissime cose, ormai. La diffusione della «variante inglese» del Covid, le file di camion a Dover, il caos dei rimpatri: in poche ore la realtà ha suonato la tromba nelle orecchie dei negoziatori, che hanno capito.
Una Brexit senza accordo sarebbe stata pesante per i Paesi europei e disastrosa per il Regno Unito: le economie, fiaccate dalla pandemia, rischiavano grosso. I dettagli non si conoscono ancora.
Ma sembra che l’accordo – che dovrà passare per il Parlamento Europeo – semplificherà i commerci, garantirà cooperazione in materia di sicurezza, lascerà l’Irlanda del Nord nel mercato europeo, evitando un confine fisico con la Repubblica d’Irlanda … leggi tutto