Polonia, sempre più donne decidono di andare all’estero per abortire (valigiablu.it)

La decisione della Corte Costituzionale polacca 
dello scorso 22 ottobre, che ha stabilito il 
divieto di ricorrere all’aborto anche nel caso 
in cui ci siano gravi malformazioni del feto, 

ha provocato settimane di proteste a Varsavia e in altre città del paese. La portata di queste sollevazioni è stata tale che il governo del partito di estrema destra ultraconservatore Diritto e Giustizia (PiS) non ha ancora convertito in legge la sentenza.

La pronuncia limita ulteriormente una delle leggi più restrittive in Europa riguardo l’interruzione volontaria di gravidanza, consentita solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro e gravissima malformazione del feto. Quest’ultimo, secondo le organizzazioni per i diritti riproduttivi polacche, rappresenta il 98% degli aborti legali in Polonia.

Seppur non ancora ufficialmente in vigore, gli effetti delle decisione si sono già fatti sentire. Come riporta il Guardian, infatti, in questa situazione di incertezza, molti ospedali hanno già iniziato a restringere ulteriormente l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. «Ho sentito la storia di un medico che mentre faceva un aborto controllava se la decisione era stata pubblicata o meno. Dal momento in cui la sentenza viene pubblicata, se fai un’interruzione volontaria di gravidanza stai commettendo un reato», ha spiegato Adam Bodnar, Difensore civico per i diritti umani della Polonia.

Il risultato è che sempre più donne decidono di andare all’estero ad abortire. Justyna Wydrzyńska del gruppo Abortion Dream Team – che fornisce aiuto e informazioni su come ottenere le pillole abortive via internet e indirizza le donne verso associazioni che le supportano nell’organizzare il viaggio per interrompere la gravidanza altrove – ha raccontato che le telefonate al loro numero verde sono aumentate: da 20 o 30 al giorno sono diventate circa 100 … leggi tutto

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