Manovra, i mille rivoli di favore in mezzo a tante scelte non fatte (corriere.it)

di  Sabino Cassese

Il documento ratificato dal Senato in quattro 
giorni è la sagra del corporativismo, 

un coacervo di misure che accollano alle generazioni future un forte debito aggiuntivo

Il bilancio di previsione dello Stato italiano per il 2021, che il Senato è stato chiamato ratificare in quattro giorni, è la sagra del corporativismo. 450 pagine (senza contare le tabelle), 20 articoli, il primo suddiviso in 1150 commi, è solo formalmente un provvedimento unitario. Vi dominano il settorialismo e la non-pianificazione. L’Ufficio parlamentare di bilancio l’ha definito un coacervo di misure senza un disegno, un collage di interventi pubblici di favore.

È il frutto di «euforia da deficit» (Carlo Cottarelli, Repubblica, 24 dicembre): infatti, per 24,6 miliardi è finanziato in deficit e porta il disavanzo complessivo al 10,8 per cento e il debito al 158 per cento del Prodotto interno lordo. Questo repertorio indigesto di norme definisce la complessa nozione di «ristorante italiano», nonché il difficile concetto di «preparazione alimentare», e istituisce la «Conferenza nazionale – Stati generali della ristorazione italiana nel mondo», spingendosi a regolare e finanziare cori, bande e musica jazz, corsi di «formazione turistica esperienziale», recupero della fauna selvatica, veicoli di interesse storico e collezionistico, bonus idrico, l’ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe, il voucher per occhiali da vista, fino al «piano nazionale demenze».

Persino il ministro dell’economia e delle finanze ha riconosciuto che si tratta di spese «troppo settoriali e specifiche» (voleva forse dire inutili e avrebbe dovuto dire illegittime, perché inserite nella legge di bilancio). Gli autori non hanno, evidentemente, avuto paura del ridicolo … leggi tutto

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