Sono stati i francesi a inventare il termine provincial che nel Seicento indicava “persona con una mentalità arretrata”.
Per quanto gli studiosi di etimologia non sappiano dire da dove derivi la parola, il suo significato indicava la sfera di competenza di un magistrato, poi un territorio conquistato dai legionari romani e amministrato da un magistrato di quella città. L’Italia è il paese provinciale per eccellenza, composto di realtà territoriali molteplici che si affiancano le une alle altre.
La sua stessa forma geografica è molto varia rispetto alle altre nazioni europee: lunghezza della penisola, perimetro delle coste, presenza di due catene montuose l’una longitudinale all’altra, valichi, passi e valli. Il fatto di essere stati il centro di un Impero che ha fatto della viabilità uno degli strumenti principali di dominio, fa sì che la fitta rete delle strade romane abbia incentivato qui da noi lo sviluppo di numerosi centri urbani. Se si vuole capire qualcosa della realtà italiana, bisogna risalire molto indietro nel tempo, fino alle guerre greco-gotiche. Tutto questo perché il policentrismo è stata e resta una realtà importante nel nostro paese.
In un saggio pubblicato nel 1979 nella Storia dell’arte Einaudi, e riedito come volume a sé, Centro e periferia nella storia dell’arte italiana (Officina Libraria), uno storico dell’arte, Enrico Castelnuovo e uno storico tout court, Carlo Ginzburg, ragionarono su come si era sviluppata la varietà artistica in Italia attraverso una pluralità di città e capoluoghi che non avevano smesso per alcuni secoli di mantenere una dialettica molto viva e vivace.
Si tratta di un saggio per alcuni aspetti specialistico, eppure riletto oggi alla luce di quanto è accaduto nel corso degli ultimi decenni, risulta assai utile per fare un ragionamento sul futuro della provincia italiana. Siamo forse destinati a vedere crollare definitivamente il mito del policentrismo, radice del Made in Italy, matrice dei multiformi distretti industriali italiani?
Si tratta di un ragionamento sulla lunga durata, che ha evidenti ricadute sul presente. Esistono ancora le capitali italiane: Milano, Roma, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli, Palermo? … leggi tutto