Nel giornalismo vige un principio che tutti gli operatori dell’informazione sono tenuti a rispettare, pena l’impossibilità di esercitare la professione.
I minori vanno tutelati con ogni mezzo perché “sono persone in divenire, che stanno formando la sua personalità” recitano i manuali deontologici e rammenta il buon senso. Per questo non si può e non si deve rivelarne l’identità raccontando un fatto. Mai. Vale per i giornalisti, ed è sacrosanto.
Dovrebbe valere anche per chi fa politica. I bambini non si strumentalizzano, meno che mai per fare propaganda e racimolare consensi. Per questo, che G. fosse una ‘vittima’ di Bobbiano o meno, la gravità di quanto avvenuto a Pontida non cambia. Anzi, forse è ancor più amplificata dal tentativo subdolo, con i non-detti, di far credere che lo fosse.
Una bambina che doveva ancora superare il trauma dell’allontanamento dalla sua famiglia è stata data in pasto alla folla del ‘prato’ leghista. Si è trattato di una strumentalizzazione che non poteva “fare il suo bene”, come qualcuno ha avuto il coraggio di affermare, in alcun modo … leggi tutto
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