“Un giornalista incapace – per vigliaccheria o calcolo – della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare,
e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento!” In questa constatazione c’è Pippo Fava e il suo giornalismo d’inchiesta. Dopo di lui che fine ha fatto la verità nel giornalismo contemporaneo? C’è un Pippo Fava oggi degno del suo giornalismo? Eppure lui il testamento spirituale l’ha lasciato: “Io ho un concetto etico del giornalismo.
Ritengo, infatti, che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali.
Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo”. In questa riflessione c’è il testimone consegnato a chi sarebbe venuto dopo di lui. Ha indicato la sola strada che si dovrebbe percorrere: denunciare i mali che affliggono la società attraverso la verità anche quando questa è scomoda o pericolosa.
Questo credo che albergasse nel suo cuore e nella sua mente quando scriveva e quando parlava … leggi tutto