Il 13 settembre scorso – lo si è letto in un comunicato – FNSI e Usigrai hanno chiesto ai vertici della Rai “che il Servizio Pubblico diventi la compagnia di bandiera di una grande iniziativa contro l’emergenza rappresentata dalle continue morti sul lavoro”. Era ora.
Lavoro per la Rai da quasi trent’anni: ne sono trascorsi venti da quando presentai per la prima volta un progetto editoriale per provare ad affrontare e raccontare questo tema, vero dramma civile dell’Italia repubblicana. Tanto grave (e rivelatore di una crisi di sistema), da aver dato luogo nel corso degli anni a una “strage, continua e crescente”, come FNSI e Usigrai la definiscono, sottolineandone il perdurare.
Eppure, si dirà, le notizie vengono date; gli incidenti raccontati; i numeri sommati; le vite, una dopo l’altra, sottratte. È vero: nei notiziari – soprattutto in quelli delle sedi regionali – non mancano le cronache degli incidenti. Né, su scala nazionale, ci si dimentica mai di commemorare ogni anno la “strage delle stragi”, quella dei minatori della miniera di Marcinelle: l’esplosione che l’8 agosto 1956 uccise 136 lavoratori italiani e 95 belgi … leggi tutto