Dalla parte degli ultimi: Nuto Revelli (doppiozero.com)

Alberto Saibene

Ho pensato spesso che se ogni provincia italiana avesse avuto una figura paragonabile a Nuto Revelli, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, il nostro sarebbe oggi un paese migliore.

Il pensiero mi è venuto visitando qualche anno fa la sua casa in corso Brunet a Cuneo, uno dei tanti caseggiati del dopoguerra, osservando lo studio dove sono raccolte e ordinate le sue carte, dove sono raccolte le discrete testimonianze della guerra di Russia e della Resistenza.

Oggi l’appartamento è sede della Fondazione Nuto Revelli che ne onora la memoria soprattutto con lo straordinario esperimento di rinascita del rifugio di Paraloup, nell’alta valle Stura, là dove Revelli si unì ai compagni Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco negli inverni della guerra partigiana e oggi un luogo simbolo della nostra religione civile.

In occasione del centenario gli è stato dedicato uno svelto ma utile profilo da Giuseppe Mendicino: Nuto Revelli, vita, guerra, libri (Priuli & Verlucca). Revelli, di famiglia piccolo borghese, appartiene a una generazione cresciuta nell’Italia fascista, nei suoi falsi miti, nelle vuote parole d’ordine. Dopo aver frequentato un istituto professionale si iscrive all’Accademia militare di Modena mentre l’Italia sta entrando in guerraleggi tutto

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