No, non è una fissa di Globalist E se così fosse, il meno che si possa dire è che sono in molti a condividerla.
In America, in Europa, nel mondo. Autorevoli studiosi del white power, dei gruppi neonazisti, storici di chiara fama internazionale, premi Nobel per la pace. La domanda è: il trumpismo è una forma di fascismo?
Con interviste, dossier, articoli, Globalist ha intrapreso un “viaggio” nell’universo suprematista, xenofobo, antisemita che ha trovato nella presidenza di Donald Trump una sponda, un punto di riferimento, una fonte di legittimazione e di copertura che non si esaurisce con l’uscita dalla Casa Bianca di The Donald.
In questa tappa del nostro “viaggio”, ad accompagnarci è il professor Mikael Nilsson, tra i più autorevoli storici svedesi, specializzato in Hitler e nel nazionalsocialismo. Il suo ultimo libro è Hitler Redux: The Incredible History of Hitler’s So-Called Table Talks (Routledge, 2020).
Viaggio nel tempo
“Dopo il tentato saccheggio del Campidoglio, questo dibattito (se il trumpismo è una forma di fascismo) ha subito un notevole sviluppo. Come sempre – annota il professor Nisson – la risposta dipende da come scegliamo di definire il fascismo. Diversi storici del fascismo si sono espressi sull’argomento, e hanno raggiunto conclusioni contrastanti. C’è stato, tuttavia, un notevole spostamento recente verso il campo che considera Donald Trump un fascista a tutti gli effetti.
Alcuni, come Jason Stanley e Richard Steigmann-Gall, hanno sostenuto a lungo che Trump è un fascista. Richard J. Evans argomenta contro l’idea in un articolo intitolato ‘Perché Trump non è fascista’ in The New Statesman. Tuttavia, ha ammesso che le azioni di Trump ‘portano forti echi di fascismo’.
Egli nota, in modo un po’ sprezzante, che la maggior parte degli storici che hanno definito Trump un fascista ‘non possono essere chiamati veri esperti del settore’ … leggi tutto