Accademia e depressione (iltascabile.com)

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Un bilancio sul rapporto tra disagio mentale e gestione neoliberale dell’università.

Nel 2009 la sociologa britannica Rosalind Gill firmava un saggio inusuale, i cui dati – ammetteva in uno dei primissimi paragrafi – mancavano del tutto di scientificità. L’autrice affermava anche, in una postilla finale, che il testo era andato vicino al non essere scritto affatto, dal momento che aveva temuto a lungo che il suo contenuto potesse venire giudicato non solo irrilevante, ma addirittura “osceno” e “narcisistico”.

C’erano insomma elementi più che sufficienti per considerarlo un contributo alquanto inusuale al volume accademico nel quale si inseriva, pubblicato da un prestigioso editore. Perché mai un’affermata studiosa avrebbe dovuto mettere a rischio la propria reputazione per dare alle stampe un saggio del genere? Il titolo ricordava più l’incipit di una confessione che quello di una ricerca per addetti ai lavori – recitava, testualmente: “Rompere il silenzio. Le ferite nascoste dell’università neoliberale”.

L’aggettivo neoliberale, come tutte le parole di fronte alle quali si inizia ad annuire nervosamente perché chiunque sembra usarle ma nessuno pare conoscerne l’esatto significato, potrebbe facilmente suscitare delle perplessità … leggi tutto

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