Joe Biden ha iniziato la sua presidenza con un pacchetto di ordini esecutivi che riguardano anche le politiche migratorie.
Non si limitano a cancellare le misure più odiose dell’amministrazione Trump, ma prefigurano un ambizioso disegno riformatore.
Il pacchetto di ordini esecutivi
Joe Biden ha inaugurato la sua presidenza con un pacchetto di ordini esecutivi che rovesciano diversi dei provvedimenti più controversi dell’amministrazione Trump e indicano la rotta che il neo-presidente intende seguire nei prossimi quattro anni. La tradizione dei primi cento giorni dei presidenti statunitensi ha registrato una conferma e un’accelerazione.
Diverse misure riguardano le politiche migratorie: come Donald Trump aveva voluto lanciare alla nazione un potente messaggio simbolico sugli immigrati indesiderati quale minaccia esiziale, da respingere a ogni costo, così Biden ha risposto cancellando con un tratto di penna i prodotti più odiosi di quella visione ansiogena e spietata.
A scanso di equivoci, non ha cancellato i confini nazionali e aperto le porte a tutti coloro che aspirano all’ingresso sul territorio Usa, ma ha rimosso le forzature più controverse delle campagne trumpiane: la separazione dei figli degli immigrati irregolari dai genitori, il bando in blocco contro incolpevoli viaggiatori che avevano la sfortuna di provenire da paesi mussulmani (poveri), il dirottamento di fondi del Pentagono alla costruzione del muro con il Messico, il tentativo di bloccare la regolarizzazione dei figli di immigrati non autorizzati arrivati negli Stati Uniti da minorenni (i cosiddetti Dreamers), la sospensione della minacciata espulsione dei rifugiati liberiani arrivati vent’anni fa a causa della guerra civile … leggi tutto