di Angelo Romano
Il 6 febbraio il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che autorizza “la distribuzione in via straordinaria” degli anticorpi monoclonali in Italia:
“Così abbiamo, insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare la COVID-19”, ha commentato Speranza in un post su Facebook. La gestione è stata affidata al Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19, Domenico Arcuri.
L’annuncio del ministro ha fatto seguito al parere favorevole dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per l’uso d’emergenza degli anticorpi monoclonali, prodotti dalle aziende farmaceutiche statunitensi Regeneron ed Eli Lilly, su pazienti in una fase precoce della malattia che sono a rischio di gravi peggioramenti. Le due terapie avevano ottenuto l’autorizzazione per l’uso d’emergenza negli Stati Uniti dall’agenzia americana del farmaco (FDA) lo scorso novembre.
La decisione dell’AIFA è arrivata dopo le pressioni da parte di alcuni specialisti, tra cui anche il virologo Giorgio Palù, a capo del consiglio di amministrazione dell’AIFA, che spingevano per l’utilizzo dei farmaci anche nel nostro paese. In un’intervista al Fatto Quotidiano, Palù aveva annunciato – subito dopo l’autorizzazione dell’AIFA – la dotazione di un fondo tra i 400 e i 500 milioni di euro per acquistare gli anticorpi monoclonali “il prima possibile, prima che fossero opzionati dagli altri paesi” in modo tale da assistere immediatamente “le persone ultrasessantenni e quelle fragili sia a casa che nelle strutture ambulatoriali”.
Inizialmente, il direttore del comitato tecnico scientifico (CTS) dell’AIFA, Nicola Magrini, aveva espresso riserve sull’autorizzazione per l’impegno di spesa molto alto richiesto dalla sperimentazione e perché i risultati dei test svolti finora sull’efficacia degli anticorpi monoclonali sono ancora contraddittori e fanno riferimento a dati troppo esigui.
Ogni fiala di bamlanivimab è costata 1.250 dollari al governo statunitense, una spesa ritenuta eccessiva di fronte al rischio di trovarsi poi magari in una situazione simile all’idrossiclorochina, farmaco (molto meno costoso degli anticorpi monoclonali) a lungo sperimentato contro la COVID-19 sulla spinta di opinione pubblica e politica e poi rivelatosi inefficace, commenta Andrea Capocci su Il Manifesto … leggi tutto