Il libro di Renzo Villa – Geel la città dei matti, uscito per Carocci – è un’opera straordinaria.
Riapre la riflessione su pratiche sociali che durano da centinaia d’anni. Si tratta della vicenda di una città belga che dà ospitalità ai matti – qualsiasi cosa voglia dire ciò in occidente, dai tempi dell’Aiace omerico, fino agli ultra-moderni antipsicotici atipici.
L’autore è studioso di storia della psichiatria, antropologia criminale, ma anche di iconografia fiamminga, e questo libro sembra ricoprire un crinale inedito, una sovrapposizione tra queste competenze. Uno studio interdisciplinare in un’epoca, la nostra, in cui prevale la sorda disciplina.
Villa rende il testo vivo e appassionante, il suo stile letterario è estraneo alle regole del mercato, agli ammiccamenti della scrittura necessari al successo. Nello stesso tempo Villa smaschera quel “disciplinarismo” della moderna medicina psichiatrica che, nel tempo, ha provato in vari modi a squalificare l’esperienza di Geel in nome di una supposta scientificità disciplinare, di fatto oppressiva.
Villa racconta in modo chiaro singolare le vicende di questa città che coltiva il culto di Santa Dimpna, principessa irlandese. Dimpna fugge un padre incestuoso e viene inseguita, catturata e decapitata dal padre stesso per il suo rifiuto di sposarlo dopo la morte della madre.
Tutto inizia nel 1240.
L’incesto, che nell’Edipo di Sofocle è espressione di vicende accadute, ma ignote al soggetto che le ha compiute, diventa, nella letteratura dell’insolenza e dell’empietà dell’uomo di potere, pratica consapevole e mostruosa, alla luce del sole.
Sulla base di queste vicende, Geel diventa la città dei matti a partire dal Medio Evo. Come si spiega? Non c’è spiegazione: a Geel il padre incestuoso cattura la figlia fuggiasca e la uccide, e da quel momento, come in una fiaba dove le gocce di sangue sul terreno danno vita a fenomeni straordinari, incomincia il pellegrinaggio dei folli, con le loro famiglie, alla fonte di Geel, dove altre famiglie, in cambio di un compenso, si prendono cura dei matti inserendoli nel tessuto sociale della cittadina, dando loro un lavoro e trattandoli come uno di loro … leggi tutto